Pelecyphora strobiliformis


È una delle specie di cactus messicani a più lenta crescita. Generalmente solitaria che talvolta forma piccoli gruppi, ha un fusto sferico-depresso molto compatto, alto circa 3 cm e largo fino a 7-8 cm, ricoperto da piccoli tubercoli embricati triangolari a forma di squama e ripiegati all’insù per aderire al fusto, che fanno assumere alla pianta l’aspetto di una pigna, da cui il nome ‘strobiliformis’.
Ogni tubercolo reca un’areola apicale, con piccole spine esili che, assieme a una densa lanuggine permangono sulla pianta solo nella porzione apicale, con funzione protettiva.
La parte interna dei tubercoli è irrigidita da un inspessimento dell’epidermide (suberificazione), mentre la parte esposta è attraversata da una piccola escrescenza verticale (carena).
All’ascella di questi tubercoli squamiformi si forma il fiore, che sbuca all’esterno per aprirsi. Il piccolo frutto rimane protetto dal tubercolo fino alla maturazione.
In estate, quando le piogge idratano le piante causando il rigonfiamento del fusto, i tubercoli tendono ad aprirsi quanto basta per esporre i semi maturi alla disseminazione da parte della pioggia (disseminazione ombroigrocora) e del vento (disseminazione anemocora) o delle formiche (disseminazione entomocora).

Nome botanico Pelecyphora strobiliformis (Werderm.) Frič & Schelle ex Kreuz.
Sinonimi Encephalocarpus strobiliformis A.Berger

Habitat naturale

Questa specie è diffusa in zone di basse colline su terreni pietrosi, in pieno sole oppure tra arbusti spinosi, agavi e yucca.
Da un punto di vista ecologico la specie è definita ‘emicriptofita’ per il fatto che il suo apice vegetativo è a livello del terreno oppure a pochi centimetri al di sopra di esso. Tipicamente la si trova in punti in cui è presente una certa quantità di suolo fine, sostanzialmente argilla e limo, che si raccoglie tra rocce calcaree di ogni dimensione.

Stato di conservazione

Le prime popolazioni conosciute di questa specie sono state a lungo saccheggiate per la forte richiesta del mercato, per cui la specie è inclusa nell’Allegato A della CITES. Attualmente la specie è stabile, con un numero di esemplari stimato in oltre 100.000.

Coltivazione

Assai robusta, Pelecyphora aselliformis richiede terreni esclusivamente minerali e lo svernamento a temperature prossime a 0 °C. Resiste al freddo, sopportando facilmente temperature fino a -10 °C. Se coltivata in pieno sole si allarga e non si sviluppa eccessivamente in altezza. In piena estate teme le ustioni solari se posta in luoghi assolati e poco ventilati.
Le piante di questa specie sono facili da mantenere nel loro aspetto naturale se mantenute in sola marna triturata.

Fitopatie

Esemplari ben coltivati con tecniche naturali sono quasi inattaccabili da parte dei comuni parassiti, grazie alla produzione di una spessa cuticola. Sporadicamente si riscontra la presenza della cocciniglia a scudetto nei punti del fusto meno esposto alla luce del sole.

Esemplare fotografato in natura nel periodo della stasi invernale. Il fusto è retratto considerevolmente.

Piante di età differenti, coltivate con metodo naturale.

Dettaglio di fiori di colore differente portati dalla stessa pianta.

Esemplare crestato di Pelecyphora strobiliformis.
Dettaglio del fusto di Pelecyphora strobiliformis, che mostra i tubercoli simili alle squame di una pigna chiusa.

Dettaglio di una giovane pianta di Pelecyphora strobiliformis nata alla base della pianta madre.

Gruppo di piante coltivate con tecniche naturali in vaso di grés.

Cultivar ©Fluffy White da noi selezionata. Dettaglio della fioritura laterale.