Melocactus
Il genere Melocactus è ben distinto all'interno della famiglia dei cactus per la forma globulare delle piante che, al raggiungimento della maturità, producono una vistosa protuberanza lanuginosa e spesso irta di setole sottili all'apice, il cefalio, da cui spuntano piccoli fiori generalmente rossi. Un melocactus è forse stato il primo di tutte le cactacee americane a essere stato osservato dal manipolo di uomini al seguito di Cristoforo Colombo, al suo sbarco nelle Antille.
Etimologia | Il nome deriva dall'unione delle parole Melon, il melone e Kaktos, un tipo di carciofo selvatico siciliano così definito da Aristotele. |
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Origine naturale | Ampia diffusione nall'area centro-meridionale dell'America, dal Messico fino al Perù settentrionale. |
In natura crescono in praterie rade assieme a graminacee e bassi cespugli spinosi, ma si trovano anche in boschi di caducifolie. Non di rado colonizzano pendii più o meno scoscesi, in crepe o cavità rocciose.
Descrizione
Tutti i Melocactus sono impollinati dai colibrì, con cui intrattengono una simbiosi mutualistica. Per tale ragione i fiori di queste piante si aprono sempre durante le ore pomeridiane, quando i loro impollinatori escono allo scoperto per nutrirsi di nettare.
In gioventù sono piante poco significative, se si escludono alcune specie dotate di spine attraenti per forma e colore.
Coltivazione
Sono piante da sempre ritenute difficili, ma se sono coltivate con cura si rivelano adattabili e capaci di regalare molte soddisfazioni.
Ecco alcune indicazioni generiche:
- utilizzare un substrato minerale non calcareo (ad es. lapillo, pomice, zeolite) evitando la torba;
- in estate, mantenere le piante in luogo molto caldo e luminoso;
- in estate, annaffiare frequentemente e abbondantemente.
- In inverno, ricoverare le piante in luogo protetto dal freddo (min. 6-8 °C).
Malattie
Queste piante sono sensibili alla cocciniglia a scudetto che occasionalmente si insinua alla base del cefalio, nascosta tra le setole più esterne.